“Color by the numbers” è una metodologia di approccio all’immagine sviluppata da Dan Margulis in oltre 20 anni di carriera. La differenza che esiste tra questa e qualsiasi altro metodo in cui ci si puo esser imbattuti nell’arco della propria attività, è esattamente quella che intercorre tra il lavoro di un chimico e quello di un alchimista.
La risultante fondamentale di “Color by the numbers” è l’esser riusciti a classificare i colori di incarnati, vegetazione naturale, cieli, ecc. in termini di proporzioni cromatiche. In questo modo, indipendentemente dalle condizioni di ripresa e dai limiti dei sensori digitali, è possibile riconoscere e identificare dove e in che misura ci sia una incoerenza e quindi un problema.
Altrettanto geniali sono le tecniche elaborate da Margulis per agire in maniera semplice sui colori e che fanno uso dei più primitivi ed elementari strumenti di Photoshop.
Un’ulteriore evoluzione del metodo, starebbe, a mio giudizio, nel riuscire a prendere in considerazione e conseguentemente compensare le peculiarità della visione umana. Il contrasto simultaneo ci fa percepire come colorato un oggetto di colore “numericamente” neutro su un fondo di colore intenso. Così come lo stesso ci appare più o meno luminoso in relazione a ciò che lo circonda. L’ideale sarebbe poter avere accanto ai numeri del colore misurato, i valori del colore percepito a causa del suo contesto per poter agire di conseguenza.
Per chi volesse approfondire consiglio, oltre ai libri di Margulis, i corsi organizzati da Alessandro Bernardi di Adapta e i CCC (Color Correction Campus) di Marco Olivotto.